Presentata 30 anni fa al Salone di Ginevra. Il primo fuoristrada della Casa tedesca. Prodotta a Luton, in Inghilterra.
Un SUV o una 4×4 in gamma ormai ce l’hanno proprio tutti. Anche quei marchi che con fuoristrada e trazione integrale hanno poco a che spartire. Trent’anni fa non era così e fece quindi un certo scalpore l’idea che una Casa come Opel, apprezzata soprattutto per le sue berline e station wagon, proponesse un fuoristrada con telaio separato e trazione integrale inseribile,
Ovviamente in Opel non avevano però preso d’istinto una decisione così i importante. Non fa parte del suo DNA. L’azienda aveva già sondato discretamente il mercato, lasciando che alcuni suoi concessionari vendessero fuoristrada e pick-up di altre marche. I riscontri erano stati incoraggiante e la Casa tedesca decise di investire oltre 200 milioni di Marchi per rammodernare l’impianto di Luton, in Inghilterra, dove si producevano i veicoli commerciali leggeri Bedford. Qui nacque la nuova Opel Frontera, il primo fuoristrada prodotto da una grande industria automobilistica europea e il primo veicolo di questo genere progettato e sviluppato appositamente per il pubblico europeo.
Frontera era il risultato di una collaborazione sempre più internazionale. Telai e sospensioni erano realizzati presso aziende specializzate inglesi, gli organi di trasmissioni in Giappone, i motori dalla Opel in Germania e per un certo periodo dall’italiana VM. Esposta 30 anni fa in anteprima al Salone di Ginevra, nel Marzo 1991, e commercializzata alla fine dello stesso anno, Frontera divenne subito un modello alla moda, tanto da conquistare rapidamente la “leadership” del mercato, posizione che ha mantenuto per tre anni consecutivi dal 1993 al 1994. I clienti dei cinque principali mercati europei indicavano nella validità dell’aspetto estetico della Sport una delle principali motivazioni d’acquisto di questo fuoristrada. Seguivano la sicurezza ed i vantaggi pratici offerti dalla trazione integrale. In particolare, gli Spagnoli ne apprezzavano le “caratteristiche pratiche”, gli Italiani la “robustezza” ed i Francesi la “Frontera in quanto tale”.
La vettura era proposta in due versioni: Sport a passo corto con carrozzeria a 3 porte hard-top e Wagon a passo lungo a 5 porte. L’aspetto più convincente era però la linea, moderna e piacevole, associata a tutte quelle soluzioni tecniche che caratterizzavano il fuoristrada classico: telaio separato in d’acciaio, trazione integrale inseribile e riduttore. Il prezzo è competitivo.
Inizialmente la Frontera adottava tre collaudati motori Opel: un 2.000 a benzina da 115 CV (85 kW), un 2.300 turbodiesel da 101 CV (74 kW) ed un 2.400 benzina da 125 CV (92 kW). Già nel 1995 però in occasione di un primo restyling, questi ultimi furono però sostituiti da un 2.200 bialbero a 16 valvole da 136 CV (100 kW) e da un 2.800 turbodiesel Isuzu ad iniezione diretta da 113 CV (83 kW). Nella stessa occasione la Frontera fu oggetto di una serie di modifiche alle sospensioni e all’impianto frenante (4 freni a disco) che ne migliorarono il comportamento su strada. Nel 1997 il turbodiesel giapponese fu sostituito da un 2.500 ad iniezione diretta da 115 CV (85 kW) realizzato dalla VM di Cento (Ferrara).
Nell’Autunno del 1999 fu presentata una vera e propria seconda generazione della Frontera che, oltre ad una serie di interventi estetici, presentava un nuovo 2.200 turbodiesel ad iniezione diretta 115 CV (85 kW), un 3.200-V6 a benzina da 205 CV (151 kW) e soprattutto il dispositivo elettronico “shift on the fly” che permetteva, premendo un pulsante, di passare dalle due alle quattro ruote motrici o viceversa, anche a vettura in movimento (purché a velocità inferiore 100 km/h).
Opel Frontera uscì di produzione nel 2004 per fare posto alla Antara che sarebbe uscita due anni dopo.
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